lunedì 24 giugno 2013

LO STATO DELLA CHIESA E IL GRANDE SCISMA D'OCCIDENTE

Anche lo Stato pontificio dovette affrontare un lungo periodo di difficoltà e crisi interne prima di riprendere un ruolo primario nel determinare gli equilibri della penisola italiana. In seguito al trasferimento della curia pontificia ad Avignone (1309), infatti, nei territori dello Stato pontificio regnava una situazione di instabilità e di anarchia.
A Roma, invece, si era accentuata la lotta fra le nobili famiglie degli Orsini e dei Colonna. Fu allora che un uomo di umili origini, Cola di Rienzo, instaurò a Roma una repubblica democratica, sul modello dei Comuni centro-settentrionali. Inizialmente Cola fu sostenuto anche dal pontefice, Clemente VI, interessato a ridurre lo strapotere delle famiglie aristocratiche, e godette di un grande appoggio del popolo, ma cadde presto in disgrazia presso lo stesso popolo romano, che lo uccise durante una sommossa istigata dall'aristocrazia.

Cola di Rienzo
GRANDE SCISMA D'OCCIDENTE:
Papa Gregorio XI rientrò a Roma nel 1377, ponendo fine alla cattività avignonese.
Nel 1378 però Gregorio XI morì e lo scontro tra i cardinali che dovevano eleggere il suo successore portò alla nomina di due papi contemporaneamente. Dal momento che quasi tutti i sovrani del tempo presero parte alla contesa a fianco del papa italiano o di quello francese. Si trattava di un vero e proprio scisma, il Grande Scisma d'Occidente, che si protrasse dal 1378 al 1417. Si giunse così attraversò complicate vicende al 1417, anno nel quale il collegio cardinalizio riunito in concilio a Costanza riuscì a eleggere papa Martino V e a riconoscerlo quale unica guida del mondo cattolico. 

GREGORIO XI


L'ITALIA CONTESA DA FRANCIA E SPAGNA

Con la morte di Lorenzo il Magnifico (1492) ebbe fine la politica dell'equilibrio tra gli Stati italiani da lui incoraggiata, e riemerse lo stato di conflittualità latente tra le principali potenze della penisola.
A far precipitare la situazione fu la lotta per la successione al trono di Napoli, scatenata dalla morte senza eredi del re Ferdinando I d'Aragona. Nel settembre 1494, Carlo VIII discese in Italia alla testa di un esercito di 30.000 uomini contro gli Aragonesi di Napoli. L'esercito francese attraversò la penisola senza che nessuno si opponesse. Anche Firenze fece inizialmente buona accoglienza ai Francesi. In seguito però i Fiorentini si indignarono per l'atteggiamento eccessivamente arrendevole di Piero Dei Medici e insorsero contro la Signoria approfittando del tumulto per instaurare la repubblica.
Anima del governo repubblicano fiorentino fu il frate domenicano Girolamo Savonarola, noto per la sua tenace predicazione contro la corruzione morale del pontefice, della curia romana e della società civile in generale.


Ritratto di Girolamo Savonarola
Nel frattempo la spedizione di Carlo VIII proseguì verso Napoli e in soli tredici giorni gli Aragonesi furono sbaragliati. La reazione dei principi italiani a questo troppo rapido successo fu di preoccupazione: nel timore di perdere la propria indipendenza, essi si strinsero in una Lega antifrancese, alla quale parteciparono anche l'imperatore Massimiliano d'Amburgo e il re di Spagna Ferdinando i Cattolico. Per evitare di trovarsi chiusa la via del ritorno, Carlo VIII si affrettò allora a risalire verso nord per rientrare in Francia. 
Poco tempo dopo, anche il successore di Carlo VIII - morto senza eredi a soli 28 anni -, Luigi XIII di Orleans, si lanciò alla conquista dell'Italia. Per evitare di finire come il suo predecessore, prima di spingersi verso Napoli Luigi XII volle assicurarsi le spalle occupando il ducato di Milano (1500). Subito dopo, stretto un accordo con il re di Spagna Ferdinando il Cattolico, Luigi XIII mosse verso l'Italia meridionale e con l'aiuto delle truppe spagnole riuscì a occuparla nel giro di pochi giorni. Quando però si trattò di dividere il territorio sulla base degli accordi già presi i due alleati vennero alle armi. Gli Spagnoli, risultando infine vincitori, restarono padroni dell'Italia meridionale, mentre i Francesi, vinti, dovettero accontentarsi del Ducato di Milano.

Luigi XIII di Orleans


CURIOSITÀ: ARMI DA FUOCO
La polvere da sparo ( una miscela di zolfo, carbone e salnitro ) era stata già usata dai Cinesi e dagli Arabi per fabbricare fuochi d'artificio e si era diffusa nelle miniere dell'Europa occidentale intorno alla seconda metà del XIII secolo: la sua forza dirompente era infatti sfruttata con successo per spaccare le rocce. Nei primi anni del secolo seguente essa fu applicata ad armi appositamente create per il lancio di proiettili a grande distanza, ma non ebbe immediato successo, giacché le prime armi erano assai pericolose: capitava spesso che le grosse canne metalliche scoppiassero nelle mani di chi le adoperava in combattimento. 
Divenute col tempo sempre più precise, tali armi, però, causarono il declino della pesante cavalleria feudale, rafforzando inoltre le monarchie, le sole a poter disporre delle enormi somme necessarie per sostenere l'organizzazione e il mantenimento di reparti dotati di artiglierie e armi da fuoco portatili.

ARCHIBUGIO, TIPICO FUCILE USATO NEL XIV SECOLO


UNA NUOVA VISIONE DEL MONDO
"L'UMANESIMO"

L'ITALIA POLITICA IN ETÀ UMANISTICA:
La carta mostra l'assetto geopolitico dell'Italia nel 1494. Nel Nord e Centro-Nord perdura una situazione di estrema frammentazione politica; l'istituzione repubblicana resiste nell'area toscana e nelle antiche città marinare di Genova e Venezia, mentre la maggior parte dei Comuni si sono evoluti in Signorie e principati. Il Centro e il Sud continuano a essere divisi in due grandi compagini politiche, rispettivamente sotto il controllo della Chiesa e della dinastia Aragonese.











Nel corso del Quattrocento in Italia si verifica una vera e propria svolta della civiltà, un nuovo modo di sentire e intendere la vita: nasceva L'Umanesimo
LA PRIMAVERA DI BOTTICELLI ESEGUITA TRA IL 1477-1478

Tuttavia si distinguono due fasi:
  • La fase dell'umanesimo che coincide all'incirca con il Quattrocento ( ed è l'epoca della rinascita dell'interesse per l'antichità e della riscoperta dei classici).
  • La fase del Rinascimento vero e proprio, che occupa i primi decenni del Cinquecento ( ed è l'età del trionfo del classicismo e della cultura cortigiana).
A distinguere questi due momenti sono eventi storici risolutivi:

  1. La grande crisi e la perdita dell'indipendenza da parte degli Stati Italiani.
  2. Le scoperte geografiche.
  3. L'affermarsi di armi da fuoco. 
  4. La diffusione della stampa.
  5. La riforma protestante.
L'invenzione della stampa

Si è visto come, sin dalla fine del Duecento, si delineasse in varie città italiane una nuova forma di governo, la Signoria. I conflitti tra le fazioni erano divenuti talmente aspri che le istituzioni comunali ne risultavano indebolite, e ciò aveva consentito a individui singoli o a famiglie di imporre il loro dominio personale; in altri casi proprio il bisogno di pace e stabilità aveva indotto i cittadini a consegnare il potere nelle mani di un signore, che fungesse da arbitro e mediatore delle contese. Nel corso del Trecento e del Quattrocento le Signorie si consolidano, il potere passa stabilmente in mano a un individuo e si trasmette ereditariamente alla sua famiglia.
Il signore si circonda di consiglieri, di persone a lui fedeli e da lui scelte, e di funzionari devoti. Attorno a lui si crea  una corte, di cui fa parte non solo il personale amministrativo, ma anche intellettuali e artisti. Il signore ama infatti proteggere la cultura e le arti, per ricavarne prestigio presso gli altri Stati. È questo il fenomeno del mecenatismo ( così chiamato da Mecenate, il collaboratore di Augusto che proteggeva i letterati) uno di quei più tipici della società e dells cultura del Rinascimento.

ESEMPIO DI CORTE ( IN QUESTO CASO DI ATENE )

Il Medioevo aveva una concezione del mondo di tipo Teocentrico: Dio era posto al centro dell'universo autore della realtà. Ora invece si afferma una visione antropocentrica, in cui l'uomo è posto al centro dell'universo come protagonista e autore della propria storia.
Nel primo caso l'uomo era visto come una creatura fragile contaminata dal peccato, mentre nel secondo caso si afferma una visione ottimistica dell'uomo, dove egli appare sicuro e ricco di forze. Questa è anche un'età profondamente religiosa, che mira al ritorno a una purezza originaria del messaggio cristiano, poiché si ritiene che nel Medio Evo l'abbia deformato e inaridito. 

RITRATTO DI LEONARDO DA VINCI
Notevoli progressi si verificano anche in campo scientifico, grazie a studiosi come Leonardo da Vinci, una delle figure più importanti e misteriose della storia della nostra civiltà.
Vinci era privo di un'istruzione umanistica in senso stretto: si definiva infatti " homo senza lettere ", dal momento che non conosceva il latino. La sua formazione, quasi esclusivamente da autodidatta,  fu conseguita attraverso l'esperienza e l'osservazione diretta dei fenomeni. Fu il primo a studiare l'anatomia direttamente sui cadaveri, che egli analizzava  per capire il funzionamento degli organi interni.
Leonardo da Vinci fu: pittore, scultore, architetto, ingegnere, scienziato e scrittore. Leonardo è stato tutto questo perchè era mosso dalla curiosità.






ALCUNE DELLE INVENZIONI DI LEONARDO DA VINCI:


PRIMO ESEMPIO DI ELICOTTERO

SPARA FRECCE O BALESTRA

MACCHINA CHE DOVEVA SERVIRE A FAR VOLARE L'UOMO
"ALI DI PIPISTRELLO"

PARACADUTE 



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