venerdì 11 ottobre 2013

LA FRANCIA: LA MONARCHIA ASSOLUTA

RITRATTO DI LUIGI XIV
IL REGNO DI LUIGI XIV
Nel 1661, alla morte del cardinale Mazzarino, che aveva tenuto il governo in nome del giovane re, Luigi XIV prese il potere nelle sue mani. Per oltre 54 anni, fino al 1° settembre del 1715, avrebbe regnato  sulla Francia dominando l'intera scena Europea. Non fu un periodo di pace, perché per trent'anni la Francia fu in guerra, spesso contro tutti gli altri stati d'europa. Né fu un periodo di benessere per la popolazione, colpito da carestie e vessato da dure imposizioni fiscali, causa di frequenti rivolte popolari. Fu invece un periodo di <<gloria>>, una gloria legata all'audacia delle gesta militari e del rafforzamento della monarchia. Anche se l'aggressiva politica estera della Francia che fu a più riprese contenuta, Luigi XIV riuscì ad ottenere l'egemonia sulla parte continentale della Francia ed a proclamarsi modello fra tutti i sovrani assoluti. Inoltre il francese si affermò non solo come lingua della diplomazia, ma anche come lingua parlata.

L'ACCENTRAMENTO DEI POTERI
Nel 1661 Luigi XIV accentrò nelle sue mani il governo dello Stato, circondandosi di collaboratori competenti ma senza rinunciare mai al suo diretto intervento nelle principali questioni. Inoltre il sovrano abolì il diritto di Rimostranza, ovvero la possibilità di opporsi alle decisioni del Re.
La carica più importante del suo regno era quella del controllore generale delle Finanze, che aveva giurisdizione su tutti gli aspetti della politica interna. Dal 1665 al 1683 ne fu titolare Jean-Baptiste Colbert, borghese figlio di un mercante, il principale collaboratore del re.
Per l'amministrazione locale vennero impiegati gli Intendenti funzionari pubblici di origine borghese ( la cosiddetta nobiltà di Toga) alle dirette dipendenze della corona, a scapito della nobiltà di Spada costituita dagli antichi feudatari ( la cui originaria funzione era quella di combattere al fianco del re).

LA REGGIA DI VERSAILLES E LA POLITICA CULTURALE
Il <<capolavoro>> dell'assolutismo di Luigi XIV fu la reggia di Versailles, per la sua rappresentazione stessa del potere assoluto. La costruzione di una nuova reggia in una località distante circa una ventina di chilometri da Parigi, dove la corte e il governo si trasferirono nel 1682, sottrasse la monarchia agli eventuali pericoli di sommosse cittadine. Visto che l'aristocrazia rappresentava un ostacolo al potere del sovrano, quest'ultimo pensò bene di trasferire nella reggia anche l'aristocrazia. La vita a corte era regolata dall'etichetta, ovvero un sistema fatto di regole ben precise; a determinare il grado di onore, non era il numero di titoli, bensì la vicinanza al re. Ciò faceva sì che gli aristocratici ammessi a corte fossero in continua competizione.
Luigi XIV aveva scelto come simbolo del suo regno il Sole, il suo regno doveva trarre sempre nuovo splendore dalle iniziative del sovrano. In questo contesto va inserito il patrocinio delle arti e delle scienze promosso dal re e da Colbert. Intellettuali come Molière e Racine furono protetti e stipendiati. Inoltre il sovrano istituì l'accademia delle belle arti e della musica.

REGGIA DI VERSAILLES


LA POLITICA RELIGIOSA
In Francia venne imposto il Gallicanesimo (in onore degli antichi abitanti della Francia, i Galli), espressione che designava l'autonomia da Roma del re di Francia soprattutto nella nomina di vescovi e titolari dei benefici ecclesiastici. Nel 1682 Luigi XIV volle ribadire il gallicanesimo facendo approvare dal clero francese una dichiarazione nella quale si affermava anche la superiorità del concilio sul papa e insieme si negava l'infallibilità del papa, se privo del consenso generale della Chiesa. Nel 1685 venne proclamato l'editto di "Fountainblué" con la conseguente revoca dell'editto di Nantes (1598), così che ci furono nuove persecuzioni nei confronti delle minoranze religiose. Gli Ugonotti (protestanti), che non volevano convertirsi al cattolicesimo, decisero di lasciare la Francia per recarsi in altri paesi dell'europa. Questa fu una una mossa azzardata della Francia, in quanto, lasciando andare via gli Ugonotti, si andava a rafforzare l'economia degli altri stati europei poiché, gli Ugonotti avevano la fama di essere abilissimi nell'industria manifatturiera.

LA POLITICA ECONOMICA
Nei primi anni del regno di Luigi XIV lo Stato intervenne in molti settori dell'economia, estendendo il suo controllo soprattutto sulle attività manifatturiere e mercantili. Colbert fu l'ispiratore e l'artefice principale del colbertismo. Come teoria era fondata sulla convinzione che la ricchezza dello Stato derivasse dalla quantità di metalli preziosi presenti all'interno del paese; come politica economica mirava ad accrescere il saldo attivo della bilancia commerciale. In parole povere, si faceva entrare in paese più moneta di quanta ne esca, in modo che il risultato finale sia attivo. Colbert cercò di raggiungere questo obiettivo favorendo le esportazioni e penalizzando le importazioni. La protezione dei prodotti nazionali (protezionismo) a scapito di quelli stranieri servì a favorire questo risultato.

IL RAFFORZAMENTO DELL'ESERCITO
Il rafforzamento dell'esercito fu affidato al ministro della Guerra, il marchese di Louvois, che realizzò per la prima volta un'amministrazione interamente centralizzata, potenziò le strutture organizzative e aprì il corpo degli ufficiali ai giovani di origine borghese. Il potenziamento militare fu posto al servizio di una politica di espansione volta essenzialmente a sottrarre città e territori alla Spagna e all'Impero lungo i confini nord-occidentali.




  

mercoledì 21 agosto 2013

Ringraziamenti e novità


Ringrazio bloggaDiClasse per aver accettato la nostra partecipazione alla competizione e per i controlli quotidiani che svolge con efficienza.
Ma sopratutto ciao ragazzi.
Vi ringrazio per aver raggiunto, in poche settimane,  1000 visualizzazioni e per aver condiviso il blog attraverso i social network.
A Settembre il blog vi ringrazierà con un immagine inedita e cambierà completamente home page (Il 1 Settembre) per prepararsi alla fine dell' anno insieme a voi.
AVVISO : IL BLOG RIPARTIRÀ A PUPLICARE NUOVI ARGOMENTI DAL 15 SETTEMBRE.



Firma:
Andrea Grasso



STAFF VI RINGRAZIA

lunedì 8 luglio 2013

LE ANTICHE CIVILTÀ PRECOLOMBIANE

IL CONTINENTE AMERICANO NELLA PRIMA METÀ DEL XVI SECOLO
I primi nativi che gli Europei incontrarono nelle isole caraibiche conducevano una vita "primitiva": erano insediati in villaggi, avevano un'organizzazione sociale assai semplice e un'economia di sussistenza basata su agricoltura, caccia, pesca e raccolta. Addentrandosi nel continente, gli esploratori vennero invece a contatto con forme di civiltà molto evolute e raffinate, come quella dei Maya, quella degli Aztechi e quella degli Incas.

La civiltà Maya
Organizzato in una serie di città-Stato indipendenti, non alleate tra loro e governare da re-sacerdoti, l'antichissimo popolo dei Maya (insediato nella penisola dello yucatàn e nella regione dell'attuale Guatemala), era suddiviso in tante piccole comunità dedite soprattutto alla coltivazione del mais. Le loro città principali più che centri abitati erano veri e propri santuari, dove risiedevano unicamente i sacerdoti. I Maya avevano una profonda conoscenza delle scienze astronomiche, fisiche e matematiche. Inoltre utilizzavano una scrittura geografica che a tutt'oggi non è stata completamente decifrata.

CHICHEN ITZA, IMPONENTE OPERA DEI MAYA

Dopo un periodo di crisi e di lotte interne, succeduto a una lunga fase di grande splendore ( Antico Impero), nel periodo cosiddetto del Nuovo impero (X-XVI secolo) alcune tribù maya riportarono la pace nel paese e a mantenerlo prospero sino alla fine del XII secolo, quando una lunga serie di guerre civili condotte con estrema violenza ne segnò la rovina. La disgregazione definitiva si ebbe verso la fine del XV secolo.

Curiosità:
  1. I Maya avevano predetto la fine del mondo nell'anno 2012, ma per nostra fortuna e da come possiamo constatare, la predizione è stata sbagliata.
  2. Il Chichen Itza è considerato una delle sette meraviglie MODERNE.
  3. I Maya erano esperti astronomi, in grado di osservare i pianeti e le stelle con incredibile precisione, pur non possedendo né telescopi né strumenti moderni. I templi maya sono molto alti, per avere dalla sommità una visuale dei punti più lontano dell'orizzonte. 


La civiltà degli Aztechi
Di più recente formazione era l'impero degli Aztechi, una popolazione non originaria dell'antico Messico, ma discesa dal nord intorno alla metà del XIII secolo. Obbligati a insediarsi sugli isolotti malsani della costa per la forte ostilità delle popolazioni indigene, nel corso del XIV e del XV secolo gli Aztechi erano però riusciti , soprattutto sotto il regno di Montezuma I, salito al trono nel 1440, a dare vita a un'ampia dominazione territoriale sottomettendo quasi tutte le tribù del Messico centrale: si creò così un vasto impero, la cui capitale era Tenochtitlàn ( che significa "casa del dio della guerra"), l'antica città sulla quale è costruita l'attuale Città del Messico.
Il popolo azteco si differenzio dalle altre civiltà americane anche per il particolare fervore religioso e guerresco e per l'estesa pratica dei sacrifici umani a scoop rituale: la religione, infatti, di tipo politeistico, influenzava tutti gli aspetti della vita sociale e politica.


Dal punto di vista economico gli Aztechi seguirono inizialmente un sistema che potremo definire "comunistico" e che era stato incoraggiato dall'estrema povertà dei territori agricoli. La società era divisa in clan, ognuno dei quali possedeva un proprio quartiere, proprie terre e proprie case, e gestiva in modo comunitario, mediante un consiglio di anziani, tutta la vita del gruppo.

CURIOSITÀ:

Gli aztechi erano grandi matematici e astronomi, e avevano messo a punto un calendario che divideva l'anno in 260 giorni, costituito da cicli di 20 giorni e di numeri dall'1 al 13. Alcuni giorni erano considerati positivi, altri negativi, e ciò influiva sull'andamento degli eventi quotidiani. I giorni erano raggruppati in segni, ognuno con specifiche caratteristiche, dai nomi come Pioggia, Scimmia, Casa che rievocavano immagini strettamente connesse alla natura, al regno animale e alle vicissitudini umane.


L'impero degli Incas
Nel XIII secolo, nel vasto territorio delle Ande sin dal III millennio a.C., era sorto l'unico vero impero del Sud America: quello comunemente detto impero degli Incas.
La vita dello Stato veniva così regolata in modo quasi assolutistico dal re, che era ritenuto discendente direttamente dal Sole. Tutto era posto sotto il suo controllo.
La religione inca era fondata su un ricco pantheon di divinità, ma soprattutto sul culto degli astri e più in particolare della coppia Sole-Luna, principio fecondatore ed elemento attivo di vita. Non mancavano neppure i sacrifici cruenti, ma presso gli Incas la vittima era di solito il Lama, l'animale domestico più utile. Solo eccezionalmente venivano sacrificati bambini e vergini, considerati elementi puri e quindi sacri.

I RESTI DELLA CITTÀ INCA DI MACHU PICCHU
Proprietario dell'interno territorio, il sovrano inca ne teneva per sé un terzo, ne affidava un terzo al clero e distribuiva l'altro terzo alle singole famiglie, in base alla loro rilevanza sociale.
Gli Incas costruirono enormi fortezze e una fitta rete stradale, che si diramava dalla capitale Cuzco, eretta a 3400 metri di altezza con un'ardita opera di ingegneria, la quale favoriva sia l'assoluto controllo sul territorio del sovrano, sia gli scambi commerciali di prodotti artigianali e agricoli.

CURIOSITA:

Vi sono teorie di ufologi che sostengono che la costruzione della città (Machu Picchu) sia antecedente la popolazione degli incas e potrebbe essere opera di extraterrestri in quanto il punto in cui è stata costruita la città è impervio e difficoltoso da raggiungere se non per via aerea, il trasporto delle pesanti e voluminose pietre necessarie alla costruzione dei locali della città era molto difficoltoso, troppo difficoltoso per una popolazione che non conosceva l'utilizo della ruota, le pietre erano levigate con tecniche che non potevano essre conosciute dalla popolazione dell'epoca.
Questa però è solo una teoria...


domenica 30 giugno 2013

LE GRANDI SCOPERTE GEOGRAFICHE


PREMESSA:
L'Asia aveva da sempre rappresentato per gli Europei un Paese fantastico e ricchissimo, da cui provenivano merci esotiche molto pregiate: tessuti sfarzosi, seta, pietre preziose, incenso, e soprattutto le spezie, come il pepe e la cannella. Con il crollo dell'impero mongolo e, soprattutto, con l'arrivo dei Turchi, le vie carovaniere divennero molto più insidiose e insicure per gli Europei, e anche per questo cominciò a farsi strada l'idea di poter raggiungere l'Oriente via mare.
Le ragioni principali per cui gli Europei erano sempre più interessati a scoprire nuove vie per raggiungere le Indie erano tre:
  • La necessità di maggiori risorse, determinata dall'aumento del numero degli abitanti e quindi dei consumi, e da un tenore di vita generalmente più progredito;
  • Il desiderio di sottrarre ai Veneziani il monopolio del commercio delle spezie provenienti dall'Oriente e fonte di immensi guadagni;
  • La chiusura delle vie carovaniere dell'Asia, in seguito alla caduta di Costantinopoli nelle mani dei Turchi.
CONQUISTE DEI PORTOGHESI:
I primi a rendersi conto delle ricche possibilità offerte dalle esplorazioni geografiche furono i Portoghesi, spinti in tale direzione dal lungimirante sovrano Enrico I, detto Il Navigatore (1396-1460).
Nel 1488 le navi portoghesi giunsero fino al Capo di Buona Speranza con Bartolomeo Diaz e in India con Vasco da Gama.
Visto il fatto che i viaggi verso l'Asia lungo le coste dell'Africa non fossero comunque così agevoli, vi fu la spedizione, avventurosa e tutto sommato molto fortunata, del capitano portoghese Pedro Alvares Cabral (1467-1520): le sue navi, infatti, sbattute da una tempesta sulla costa meridionale dell'America, approdarono in Brasile.


CRISTOFORO COLOMBO & AMERIGO VESPUCCI
Prima che Vasco da Gama circumnavigasse l'Africa, il genovese Cristoforo Colombo (1451-1506) attraversò l'Oceano Atlantico e scoprì un nuovo continente.
Colombo, per la verità, non cercava una nuova terra, ma una via per raggiungere l'Asia, e quindi le Indie, procedendo in linea retta verso occidente. Colombo si recò innanzitutto in Spagna, dove, dopo otto anni di insistenze e discussioni, riuscì a farsi presentare alla regina Isabella di Castiglia, la quale intervenne in suo favore presso suo marito, il re Ferdinando d'Aragona. Questi, concesse a Colombo tre piccole navi - le caravelle Pinta, Nina e Santa Maria - e circa novanta uomini d'equipaggio, com i quali il 3 agosto 1492 Colombo salpò dal porto di Palos, nella Spagna meridionale.
Ebbe inizio così quella straordinaria avventura di viaggio che si concluse il 12 Ottobre 1492, giorno in cui Colombo sbarcò su una piccola isola dell'arcipelago delle Bahamas, da lui battezzata San Salvador.
Colui però che più di tutti influì sulle conoscenze geografiche fu il fiorentino Amerigo Vespucci, il quale, scrisse una documentata relazione sulle terre scoperte, che ebbe immediata risonanza e fece sì che il nuovo continente venisse chiamato America, ovvero terra Americi ( "terra di Amerigo" ).

CRISTOFORO COLOMBO
INNOVAZIONI NELL'AMBITO DELLA NAVIGAZIONE
Avventurarsi al di là delle colonne d'Ercole e nelle correnti oceaniche fu possibile nel XIV secolo grazie anche ai notevoli progressi compiuti dalla tecnica navale e dai nuovi strumenti di navigazione. In epoca medievale venivano impiegati due tipi di navi: le galee o galere, manovrate da ciurme di rematori, lunghe e slanciate, poco capienti ma veloci, e le navi "tonde" a vela, più ampie e pesanti. Il loro scafo, tuttavia, non era costruito per sopportare le tempeste oceaniche: per questa ragione i viaggi che queste navi potevano intraprendere erano relativamente brevi e malsicuri. Dal XV secolo in poi, tuttavia, le tecniche di progettazione delle navi si rinnovarono, e si diffuse l'utilizzo di nuovi strumenti che consentirono alle imbarcazioni di affrontare il mare aperto per periodi anche molto lunghi. Solo grazie a queste innovazioni furono possibili le traversate oceaniche che portarono i navigatori europei a scoprire dei nuovi continenti.

LA CARAVELLA
La vera innovazione fu la Caravella, introdotta nella seconda metà del 1400, una nave a vela, snella ma con i fianchi arrotondati, e con tre alberi a vele quadre e una piccola vela di forma triangolare, detta vela latina, che permetteva di sfruttare il vento proveniente da qualsiasi direzione o addirittura di navigare contro vento. La nuova velatura, più facilmente manovrabile, permise di navigare con il vento contrario o a zig-zag, per evitare le pericolose correnti dell'oceano. La stiva, robusta e capiente, permetteva il trasporto di generi di prima necessità indispensabili per affrontare un lungo viaggio per mare. In generale, le caratteristiche di maggiore robustezza e agilità della caravella le permettevano di affrontare viaggi che sarebbero risultati impensabili se affrontati con le navi utilizzate nei secoli precedenti.

IL GALEONE
In seguito, alla caravella subentrò il galeone, nato come evoluzione delle galee, allo scopo di unire alla velocità di queste la robustezza necessaria ai  lunghi viaggi. Le nuove navi furono ampliate, irrobustite a poppa e prua di più ordini di ponti, appesantite e rese così resistenti al vento e alle tempeste. Cannoni e colubrine (Antico cannone di artiglieria ad avancarica, a canna lunga e sottile usata prima come arma a mano e, successivamente dotata di affusto. Entrò in uso nella seconda metà del XVI secolo e fu impiegata sia in mare sia in terra. La notevole lunghezza della canna rispetto al calibro garantiva una gittata notevolmente superiore agli altri tipi di cannoni) erano sistemati sui ponti. La loro stazza, quindi, consentiva non soltanto il trasporto di generi alimentari, ma anche armi e soldati.

LE CONSEGUENZE DELLE SCOPERTE GEOGRAFICHE
La scoperta dell'America e l'ampia diffusione della colonizzazione ebbero conseguenze rivoluzionarie per la storia economica, politica e sociale del vecchio continente. Dal punto di vista economico si verificano i seguenti fenomeni:

  • Il progressivo spostamento del traffico commerciale del Mediterraneo all'Atlantico, con gravissimo danno per i Paesi mediterranei e in particolare per le repubbliche marinare italiane.
  • Il conseguente arricchimento degli stati affacciati sull'Oceano Atlantico: in primo luogo la Spagna, il Portogallo, l'Inghilterra e la Francia.
  • La trasformazione della produzione agricola, determinata dall'introduzione nei nuovi territori di prodotti conosciuti in Europa ( vite, lino, canapa, caffè, canna da zucchero ecc.) e dall'importazione, soprattutto dall'America, di prodotti fino a quel a quel momento sconosciuti agli Europei, quali mais, pomodoro, la patata ecc.
Dal punto di vista politico i fenomeni più rilevanti furono:

  • La formazione di vasti imperi coloniali ( spagnolo, portoghese, inglese, olandese e francese).
  • L'insorgere di conflitti tra le maggiori potenze coloniali per assicurarsi il predominio sulle nuove terre.
Dal punto di vista sociale vennero innescati nuovi importanti processi:

  • La sempre maggiore importanza della ricca borghesia a danno della nobiltà
  • L'estinzione totale o parziale di molte popolazioni dell'America meridionale, dovuta a un complesso di cause, fra cui, la scarsa resistenza degli indigeni alle malattie portate dagli Europei•
  • L'importazione di schiavi dall'Africa per rimediare alla scarsità di manodopera verificatasi in America, anche in seguito al diffondersi del lavoro nelle miniere e nelle piantagioni.



lunedì 24 giugno 2013

LO STATO DELLA CHIESA E IL GRANDE SCISMA D'OCCIDENTE

Anche lo Stato pontificio dovette affrontare un lungo periodo di difficoltà e crisi interne prima di riprendere un ruolo primario nel determinare gli equilibri della penisola italiana. In seguito al trasferimento della curia pontificia ad Avignone (1309), infatti, nei territori dello Stato pontificio regnava una situazione di instabilità e di anarchia.
A Roma, invece, si era accentuata la lotta fra le nobili famiglie degli Orsini e dei Colonna. Fu allora che un uomo di umili origini, Cola di Rienzo, instaurò a Roma una repubblica democratica, sul modello dei Comuni centro-settentrionali. Inizialmente Cola fu sostenuto anche dal pontefice, Clemente VI, interessato a ridurre lo strapotere delle famiglie aristocratiche, e godette di un grande appoggio del popolo, ma cadde presto in disgrazia presso lo stesso popolo romano, che lo uccise durante una sommossa istigata dall'aristocrazia.

Cola di Rienzo
GRANDE SCISMA D'OCCIDENTE:
Papa Gregorio XI rientrò a Roma nel 1377, ponendo fine alla cattività avignonese.
Nel 1378 però Gregorio XI morì e lo scontro tra i cardinali che dovevano eleggere il suo successore portò alla nomina di due papi contemporaneamente. Dal momento che quasi tutti i sovrani del tempo presero parte alla contesa a fianco del papa italiano o di quello francese. Si trattava di un vero e proprio scisma, il Grande Scisma d'Occidente, che si protrasse dal 1378 al 1417. Si giunse così attraversò complicate vicende al 1417, anno nel quale il collegio cardinalizio riunito in concilio a Costanza riuscì a eleggere papa Martino V e a riconoscerlo quale unica guida del mondo cattolico. 

GREGORIO XI


L'ITALIA CONTESA DA FRANCIA E SPAGNA

Con la morte di Lorenzo il Magnifico (1492) ebbe fine la politica dell'equilibrio tra gli Stati italiani da lui incoraggiata, e riemerse lo stato di conflittualità latente tra le principali potenze della penisola.
A far precipitare la situazione fu la lotta per la successione al trono di Napoli, scatenata dalla morte senza eredi del re Ferdinando I d'Aragona. Nel settembre 1494, Carlo VIII discese in Italia alla testa di un esercito di 30.000 uomini contro gli Aragonesi di Napoli. L'esercito francese attraversò la penisola senza che nessuno si opponesse. Anche Firenze fece inizialmente buona accoglienza ai Francesi. In seguito però i Fiorentini si indignarono per l'atteggiamento eccessivamente arrendevole di Piero Dei Medici e insorsero contro la Signoria approfittando del tumulto per instaurare la repubblica.
Anima del governo repubblicano fiorentino fu il frate domenicano Girolamo Savonarola, noto per la sua tenace predicazione contro la corruzione morale del pontefice, della curia romana e della società civile in generale.


Ritratto di Girolamo Savonarola
Nel frattempo la spedizione di Carlo VIII proseguì verso Napoli e in soli tredici giorni gli Aragonesi furono sbaragliati. La reazione dei principi italiani a questo troppo rapido successo fu di preoccupazione: nel timore di perdere la propria indipendenza, essi si strinsero in una Lega antifrancese, alla quale parteciparono anche l'imperatore Massimiliano d'Amburgo e il re di Spagna Ferdinando i Cattolico. Per evitare di trovarsi chiusa la via del ritorno, Carlo VIII si affrettò allora a risalire verso nord per rientrare in Francia. 
Poco tempo dopo, anche il successore di Carlo VIII - morto senza eredi a soli 28 anni -, Luigi XIII di Orleans, si lanciò alla conquista dell'Italia. Per evitare di finire come il suo predecessore, prima di spingersi verso Napoli Luigi XII volle assicurarsi le spalle occupando il ducato di Milano (1500). Subito dopo, stretto un accordo con il re di Spagna Ferdinando il Cattolico, Luigi XIII mosse verso l'Italia meridionale e con l'aiuto delle truppe spagnole riuscì a occuparla nel giro di pochi giorni. Quando però si trattò di dividere il territorio sulla base degli accordi già presi i due alleati vennero alle armi. Gli Spagnoli, risultando infine vincitori, restarono padroni dell'Italia meridionale, mentre i Francesi, vinti, dovettero accontentarsi del Ducato di Milano.

Luigi XIII di Orleans


CURIOSITÀ: ARMI DA FUOCO
La polvere da sparo ( una miscela di zolfo, carbone e salnitro ) era stata già usata dai Cinesi e dagli Arabi per fabbricare fuochi d'artificio e si era diffusa nelle miniere dell'Europa occidentale intorno alla seconda metà del XIII secolo: la sua forza dirompente era infatti sfruttata con successo per spaccare le rocce. Nei primi anni del secolo seguente essa fu applicata ad armi appositamente create per il lancio di proiettili a grande distanza, ma non ebbe immediato successo, giacché le prime armi erano assai pericolose: capitava spesso che le grosse canne metalliche scoppiassero nelle mani di chi le adoperava in combattimento. 
Divenute col tempo sempre più precise, tali armi, però, causarono il declino della pesante cavalleria feudale, rafforzando inoltre le monarchie, le sole a poter disporre delle enormi somme necessarie per sostenere l'organizzazione e il mantenimento di reparti dotati di artiglierie e armi da fuoco portatili.

ARCHIBUGIO, TIPICO FUCILE USATO NEL XIV SECOLO


UNA NUOVA VISIONE DEL MONDO
"L'UMANESIMO"

L'ITALIA POLITICA IN ETÀ UMANISTICA:
La carta mostra l'assetto geopolitico dell'Italia nel 1494. Nel Nord e Centro-Nord perdura una situazione di estrema frammentazione politica; l'istituzione repubblicana resiste nell'area toscana e nelle antiche città marinare di Genova e Venezia, mentre la maggior parte dei Comuni si sono evoluti in Signorie e principati. Il Centro e il Sud continuano a essere divisi in due grandi compagini politiche, rispettivamente sotto il controllo della Chiesa e della dinastia Aragonese.











Nel corso del Quattrocento in Italia si verifica una vera e propria svolta della civiltà, un nuovo modo di sentire e intendere la vita: nasceva L'Umanesimo
LA PRIMAVERA DI BOTTICELLI ESEGUITA TRA IL 1477-1478

Tuttavia si distinguono due fasi:
  • La fase dell'umanesimo che coincide all'incirca con il Quattrocento ( ed è l'epoca della rinascita dell'interesse per l'antichità e della riscoperta dei classici).
  • La fase del Rinascimento vero e proprio, che occupa i primi decenni del Cinquecento ( ed è l'età del trionfo del classicismo e della cultura cortigiana).
A distinguere questi due momenti sono eventi storici risolutivi:

  1. La grande crisi e la perdita dell'indipendenza da parte degli Stati Italiani.
  2. Le scoperte geografiche.
  3. L'affermarsi di armi da fuoco. 
  4. La diffusione della stampa.
  5. La riforma protestante.
L'invenzione della stampa

Si è visto come, sin dalla fine del Duecento, si delineasse in varie città italiane una nuova forma di governo, la Signoria. I conflitti tra le fazioni erano divenuti talmente aspri che le istituzioni comunali ne risultavano indebolite, e ciò aveva consentito a individui singoli o a famiglie di imporre il loro dominio personale; in altri casi proprio il bisogno di pace e stabilità aveva indotto i cittadini a consegnare il potere nelle mani di un signore, che fungesse da arbitro e mediatore delle contese. Nel corso del Trecento e del Quattrocento le Signorie si consolidano, il potere passa stabilmente in mano a un individuo e si trasmette ereditariamente alla sua famiglia.
Il signore si circonda di consiglieri, di persone a lui fedeli e da lui scelte, e di funzionari devoti. Attorno a lui si crea  una corte, di cui fa parte non solo il personale amministrativo, ma anche intellettuali e artisti. Il signore ama infatti proteggere la cultura e le arti, per ricavarne prestigio presso gli altri Stati. È questo il fenomeno del mecenatismo ( così chiamato da Mecenate, il collaboratore di Augusto che proteggeva i letterati) uno di quei più tipici della società e dells cultura del Rinascimento.

ESEMPIO DI CORTE ( IN QUESTO CASO DI ATENE )

Il Medioevo aveva una concezione del mondo di tipo Teocentrico: Dio era posto al centro dell'universo autore della realtà. Ora invece si afferma una visione antropocentrica, in cui l'uomo è posto al centro dell'universo come protagonista e autore della propria storia.
Nel primo caso l'uomo era visto come una creatura fragile contaminata dal peccato, mentre nel secondo caso si afferma una visione ottimistica dell'uomo, dove egli appare sicuro e ricco di forze. Questa è anche un'età profondamente religiosa, che mira al ritorno a una purezza originaria del messaggio cristiano, poiché si ritiene che nel Medio Evo l'abbia deformato e inaridito. 

RITRATTO DI LEONARDO DA VINCI
Notevoli progressi si verificano anche in campo scientifico, grazie a studiosi come Leonardo da Vinci, una delle figure più importanti e misteriose della storia della nostra civiltà.
Vinci era privo di un'istruzione umanistica in senso stretto: si definiva infatti " homo senza lettere ", dal momento che non conosceva il latino. La sua formazione, quasi esclusivamente da autodidatta,  fu conseguita attraverso l'esperienza e l'osservazione diretta dei fenomeni. Fu il primo a studiare l'anatomia direttamente sui cadaveri, che egli analizzava  per capire il funzionamento degli organi interni.
Leonardo da Vinci fu: pittore, scultore, architetto, ingegnere, scienziato e scrittore. Leonardo è stato tutto questo perchè era mosso dalla curiosità.






ALCUNE DELLE INVENZIONI DI LEONARDO DA VINCI:


PRIMO ESEMPIO DI ELICOTTERO

SPARA FRECCE O BALESTRA

MACCHINA CHE DOVEVA SERVIRE A FAR VOLARE L'UOMO
"ALI DI PIPISTRELLO"

PARACADUTE 



venerdì 21 giugno 2013

SITUAZIONE DELL'ITALIA CENTRO-SETTENTRIONALE

Dal Comune Alla Signoria



Tra il XII e il XIII secolo i Comuni italiani avevano ingaggiato e superato vittoriosamente lo scontro con l'impero. Malgrado ciò le loro possibilità di sviluppo erano spesso ostacolate dalle lotte che insorgevano per la conquista del potere tra le città e contado, tra guelfi e ghibellini, tra nobili e borghesi. Così tra il XIII e il XIV secolo si verificò il passaggio dal comune alla signoria.

CONCETTI CHIAVE: SIGNORIA
La signoria fu un'istituzione tipicamente italiana, che nacque dall'evoluzione del governo comunale o, in alcuni casi, feudale, sul finire del XIII secolo. Nei Comuni dell'Italia settentrionale e poi di quella centrale, dilaniati dalle lotte interne tra fazioni rivali, il governo della città passò nelle mani di un singolo cittadino, che si impose come signore.

*Tra le Signorie che dall'inizio del XIV secolo si formarono nella Pianura padana, assunsero una posizione di rilievo quella degli Scaligeri di Verona e degli Estensi, signori di Ferrara, i quali sono tra i capi più prestigiosi del partito guelfo in Italia.

Stemma Estensi Di Ferrara


I Visconti a Milano
Tra le città dell'Italia settentrionale aveva già da tempo assunto un ruolo di assoluta preminenza Milano, che aveva guidato la lotta dei Comuni contro Federico Barbarossa. Già alla fine del XIII secolo una celebre famiglia di antica nobiltà, i Visconti, si era imposta su tutte le altre, mettendo fine alle discordie tra guelfi e ghibellini e ottenendo per i suoi membri il titolo di vicario imperiale.
Vero artefice dell'affermazione territoriale dei Visconti fu però Gian Galeazzo il quale, pagando una grossa somma in denaro, riuscì nel 1395 a ottenere  dall'imperatore Venceslao il titolo di duca e a trasformare così la Signoria in Principato.


Stemma Visconti



L'espansione di Venezia
Nella città lagunare, le famiglie della grande aristocrazia si erano impadronite del governo escludendone i piccoli mercanti e la borghesia. In tal modo in città si affermò un governo oligarchico, che intraprese una politica espansionistica verso l'entroterra per garantirsi sia l'approvvigionamento di prodotti agricoli che il controllo delle vie di comunicazione fra il Veneto e i territori tedeschi.

Firenze dal Comune alla Signoria dei Medici
Firenze giocò un ruolo centrale nella politica italiana tra XIV e XV secolo: sin dalla sconfitta dei sostenitori degli Svevi Dopo la morte di Federico II, infatti, il Comune fiorentino rappresentò il centro guelfo più forte e tenace della penisola. Tuttavia la città  continuava a essere divisa al suo interno da continue lotte tra popolo minuto (piccola borghesia) e popolo grasso (composto dalla ricca borghesia  mercantile).

Stemma Firenze

Fino al 1434 la città fu governata da un'oligarchia di famiglie appartenenti alla ricca borghesia commerciale e finanziaria. Nel giro di qualche decennio il governo oligarchico, passò sotto il controllo di una sola famiglia , i Medici, che trasformano Firenze in Signoria. Fu Cosimo dei Medici detto il Vecchio l'artefice dell'ascesa politica della famiglia

Ritratto Di Cosimo Dei Medici
Cosimo esercitò un ruolo assai rilevante nella politica estera, inaugurando la cosiddetta politica dell'equilibrio tra le potenze della penisola.
La politica  dell'equilibrio venne seguita anche dal figlio di Cosimo, Piero il Gottoso, e da suo nipote Lorenzo. Ricco di curiosità e di interessi culturali, generoso protettore di ogni forma d'arte al punto da meritarsi il titolo di " Magnifico". Poeta egli stesso fece della propria casa il punto d'incontro di Poeti, filosofi e artisti. Lorenzo il Magnifico proseguì sulla linea politica tracciata da Cosimo, nel tentativo di preservare l'equilibrio territoriale tra gli Stati italiani  e limitare le mire espansionistiche di Venezia e di Roma. Si meritò così l'appellativo di "ago della bilancia politica d'Italia"